Ne parla Padre Angelico Aprosio in un libro pubblicato nel 1673.
A Ventimiglia si vedono miracoli straordinari.
Mentre i Paesani [...] vengono ad impoverirsi, molti forestieri [...]si sentono chiamare Signori.
Angelico Aprosio era un uomo di mondo. Nato a Ventimiglia nel 1608, a 15 anni divenne frate agostiniano e partì per Genova, poi visse a Siena, a Pisa, a Treviso, a Venezia, a Milano, a Chioggia, in Dalmazia... e infine ritornò a Ventimiglia. Amava la sua città e qui, nel convento di Sant’Agostino, decise di fondare una grande “libraria” nella quale mettere a disposizione di chiunque i circa diecimila (die-ci-mi-la!) libri che aveva raccolto durante i suoi lunghi viaggi.
Era il 1648 e nacque così la Biblioteca Aprosiana, prima biblioteca pubblica in Liguria. Ma il frate decise anche di rendere grazie in qualche modo ai tanti intellettuali che aveva avuto modo di conoscere nelle sue peregrinazioni, studiosi con cui aveva scambiato volumi o dai quali aveva ricevuto in dono opere scritte da essi stessi. Fu per questo che cominciò a compilare un libro che aveva per titolo proprio “La Biblioteca Aprosiana” e che doveva contenere l’elenco di tutti coloro che avevano avuto un ruolo importante nella sua vita culturale. Pensò di procedere in ordine alfabetico, ma per vari motivi arrivò solo alla lettera N.
Oltre ai nomi, ne riportò notizie biografiche, aneddoti e curiosità, soffermandosi anche a descrivere il convento, la “libraria”, e la sua amata Ventimiglia. L’opera fu pubblicata nel 1673 a Bologna, dall’editore Manolessi che però limitò l’elenco alle prime tre lettere dell’alfabeto.
Nella parte iniziale del volume si possono leggere alcune deliziose osservazioni di padre Angelico sulla nostra città che hanno il pregio di riportarci indietro nel tempo di circa 350 anni facendoci entrare nella mentalità dell’epoca.
Per esempio questa, di cui vi propongo sia l’originale che la mia trascrizione in italiano corrente.
Lascio a voi le relative considerazioni.
Frammento da "La Biblioteca Aprosiana" (1673) |
A Ventimiglia si vedono miracoli straordinari.Mentre i Paesani, e da quanto ricordi io personalmente questo è accaduto a più d’uno dei benestanti, vengono ad impoverirsi, molti dei forestieri, che con poche merci e talora con nulla approdarono a questa spiaggia, perduto il titolo di Messere, fatto acquisto di qualche comodità, si sentono chiamare Signori.
Padre Angelico Aprosio (1608-1681). |
Enzo Iorio
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