Con la sua larghezza di quasi 6 metri permetteva a due carri di transitare affiancati.
Siamo nel territorio di Finale Ligure, in provincia di Savona.
Dei cinque ponti della Val Ponci, il ponte delle Fate è quello meglio conservato. Si trova a circa 160 m sul livello del mare e fa parte dell'antica via Iulia Augusta.
Il nome del ponte deriva dal termine dialettale “faje” (pecore) ed era un punto di passaggio obbligato per l'attraversamento del Rio Ponci, che dà il nome anche all'intera valle.
La via Iulia Augusta, era una via consolare romana inaugurata dall'Imperatore Augusto nel 13 a.C. e serviva per collegare la Pianura Padana alla Liguria e alla Gallia meridionale.
Il percorso partiva da Piacenza e, dopo aver superato Acqui Terme e il Colle di Cadibona, scendeva sulla costa ligure a Vada Sabatia (l'odierna Vado Ligure). Qui, per evitare la zona franosa di Capo Noli, si inerpicava di nuovo verso l'entroterra e passava per la Val Ponci (anticamente detta “vallis Pontim), dove furono realizzati ben cinque ponti.
Questa struttura fu costruita utilizzando quasi esclusivamente blocchi di Pietra di Finale, collocati a secco e imbragati con inserti in ferro. Per il rivestimento fu adottata la tecnica muraria del “piccolo apparato”, tipica dell’epoca.
Il Ponte delle Fate, con la sua larghezza di quasi 6 metri, permetteva a due carri di transitare affiancati e appare ancora oggi come un ottimo esempio dell’ingegneria stradale romana in Età imperiale.
Il Ponte delle Fate, con la sua larghezza di quasi 6 metri, permetteva a due carri di transitare affiancati e appare ancora oggi come un ottimo esempio dell’ingegneria stradale romana in Età imperiale.