Il racconto ci mostra un uomo tutto d'un pezzo, non prono agli abusi di potere.
Girolamo Rossi (Ventimiglia, 4 novembre 1831 – Ventimiglia, 6 marzo 1914) è stato un archeologo, storico, numismatico farmacista e insegnante italiano.
È uno dei Ventimigliesi più illustri, apprezzato per la poderosa opera di studioso dedicata principalmente alla sua città.
Ma l'episodio che sto per narrarvi ne mette in luce anche le qualità di uomo, tutto d'un pezzo e non prono agli abusi di potere.
Il 6 giugno muore a Torino Camillo Benso, Conte di Cavour.
Considerato come uno dei protagonisti del Risorgimento e "tessitore" dell'unità politica del regno d'Italia, il Municipio di Ventimiglia incarica Girolamo Rossi di scriverne l'elogio funebre da tenere pubblicamente in Cattedrale. Ma la cosa non andrà a buon fine. Ecco perché, secondo il racconto che ne fa lo stesso Rossi nel suo Memoriale:
1861 ottobre - Nella funesta occasione della morte del Conte Camillo Cavour il Municipio di Ventimiglia (Giugno 1861) volendo porgere un ultimo attestato di ossequiosa stima a questo grande italiano ordinava nella Chiesa Cattedrale un solenne servizio funebre e invitava me a scrivere alcune iscrizioni adatte alla circostanza;
Girolamo Rossi ci lavorò tutta la notte e l'indomani inviò cinque iscrizioni:
La prima, da affiggere sulla porta della Cattedrale:
Del Conte Benso Camillo di CavourLa seconda, da porsi "in faccia all’altare":
Che rivendicava agli italiani la patria
Si prega
La pace eterna
Al Suo GenioLa terza, da collocare al lato destro del catafalco:
Bastarono
Due lustri di vita
Per riparare a XIV secoli
Di dolori e di abbiezioni.
Integrità di cittadino - Virtù di soldatoLa quarta, da mostrare al lato sinistro del catafalco:
Ingegno di scrittore - Senno di Consigliere
Potenza di oratore - Valore di diplomatico
Vennero superati da un cuore
Cui era ristretta affezione d’Italia.
Volle cancellata a TraktirLa quinta, da collocare "in faccia alla porta":
L’onta di Novara
E all’antico popolo latino
Mostrò il suo Re
Nel primo soldato per l’Indipendenza
Il secondo grande CamilloLa reliquia a cui si fa cenno nella quinta iscrizione, si riferisce al fatto che il conte Cavour, quando era ufficiale del Genio, abitò per due anni a Ventimiglia, nella casetta sotto il forte, dove in precedenza c'era la polveriera.
Sarà primo alla venerazione dei posteri
Felice questa terra
Cui resta una preziosa reliquia
Ma queste parole di Girolamo Rossi non entrarono mai in cattedrale e la stessa funzione celebrativa in onore del defunto fu annullata. Vediamo perché leggendo ancora il memoriale del Rossi:
Tali iscrizioni per non so quali ragioni dovettero dal Municipio sottoporsi all'approvazione dell’autorità ecclesiastica, esse vennero sconciamente mutilate, per cui io ricusai di lasciarle comparire nella Cattedrale, e allora il Municipio irritato contro le soperchierie vescovili, ritirò gli inviti già fatti; sospese la funzione e in quella vece faceva distribuire L. 50 ai poveri della Città. Intanto il Sindaco con sua lettera del 15 giugno n. 3055 mi ringraziava cortesemente di quanto io aveva fatto.Dunque: il municipio di Ventimiglia sottopone le iscrizioni al vaglio del vescovo, il quale taglia, sfronda e corregge le parole di Girolamo. Al che, il Rossi, non sopportando le "soperchierie" ecclesiastiche, decide di non farle comparire in chiesa. Anche il municipio si irrita e annulla la funzione, sostituendola con un'opera di carità: in memoria di Cavour la città di Ventimiglia distribuirà 50 lire ai poveri.
Altri tempi.
Enzo Iorio
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