Una bella storia, che parla di un'Italia di cento anni fa e che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo...
di Enzo Iorio
Una bella storia. Ecco come eravamo.
Una bella storia, il racconto di un Paese rurale che un secolo fa si stava facendo strada tra povertà e sofferenza verso un futuro che mai avremmo immaginato così tecnologico, con i valori di base polverizzati e tendenzialmente spersonalizzante. L'acquaiola è una vicenda dai sentimenti forti, quasi ancestrali, che ci ricorda certe atmosfere di Grazia Deledda, o di Ignazio Silone, o addirittura di Giovanni Verga, in cui i poveri restano poveri e hanno sempre torto, mentre i ricchi spadroneggiano e decidono (per fortuna non sempre riuscendovi) dei destini dei più umili.
Alcuni personaggi del racconto vi rimarranno ben impressi nella memoria, trovando posto accanto ad altre figure indelebili della letteratura italiana.
È un libro da leggere e da amare, nonostante quel velo di rammarico che un po' vi resterà appiccicato addosso, ma che può trasformarsi anche in illusione di speranza e di riscatto.
La storia raccontata dalla Russo è principalmente una vicenda familiare, diciamo di una famiglia allargata (non nel senso che attribuiamo oggi a questa espressione, ma leggendo capirete cosa intendo) che si confronta con sentimenti di amore, odio e passioni che hanno intensità ataviche e sanguigne. Ma è interessante anche il contesto di riferimento e a tal riguardo vi suggerisco qui di seguito un brano che aiuta a inquadrare meglio lo sfondo storico e socio culturale sul quale si dipana la narrazione:
«Diventare ricco ti piace o ti fa schifo?»
«Che vuol dire, diventare ricchi? Che ci danno un pezzo di terra nostra e smettiamo di fare i braccianti per i signori?»
«Può darsi, che ne so? I socialisti, questo vogliono, dare le terre ai poveretti… non ci credi? C’è scritto qui.»
«E quando comandano, i socialisti?»
«Quando la gente li vota. Ci sono le elezioni, che vuol dire che uno va a votare e dà il voto a chi vuole. Per esempio, a te ti piace di darlo ai socialisti, così loro poi comandano e ti regalano un pezzo di terra? E glielo dai a loro.»
«E dove devo andare, per dare il voto ai socialisti? Ché a me, questa storia della terra, mi piace assai.»
«Tu non puoi votare. Nessuno di voi cafoni può votare.»
«E come sarebbe? Perché no?»
«Perché può votare solo chi sa leggere e scrivere o chi guadagna più soldi di voi.»
«Ma se uno guadagna già tanti soldi, perché dovrebbe votare i socialisti? Per aiutare i cafoni comm’a noi? Che gliene frega, ai ricchi, dei poveretti che non c’hanno la terra?»
«Per questo i socialisti per adesso non possono vincere.»
«Ah! Mi pareva che la fregatura ci doveva stare, da qualche parte. I signori l’hanno pensata bene, per non far vincere i socialisti, perché, se tutti smettono di fare i braccianti, chi le lavora le terre loro?»
«Ma allora, Giuanne, perché dici che sul giornale c’è scritto che col progresso diventiamo tutti ricchi?»
«Ma che c’entra? Diventa ricca la nazione, l’Italia… ma voi siete troppo ignoranti per capire queste cose» si arrende Giuanne.
Buona lettura!
Enzo Iorio
L'acquaiola
Carla Maria Russo
Marchio: Piemme
Serie: Romanzi storici
Pagine 252
Pubblicato a ottobre 2018
La presentazione ufficiale sul sito PIEMME
Maria ha quindici anni, vive in un paesino dell'Appennino centro meridionale d'Italia e mantiene se stessa e l'anziano padre malato facendo la bracciante nei campi dei signori, un lavoro incerto e molto gravoso, fino a quando non viene assunta come acquaiola nella casa di don Francesco, il signorotto del paese, con il compito di recarsi più volte al giorno e con qualunque tempo alla fonte, che dista tre chilometri dal paese, per rifornire la famiglia di acqua. A don Francesco, infatti, è nato il quinto figlio, Luigi, il quale rivela fin dall'infanzia una natura ribelle, precoce e assetata di libertà .
I destini di Maria e Luigi, così diversi fra loro, si intrecceranno in una serie di vicende dolorose ma, nello stesso tempo, intense e salvifiche per entrambi. Intorno a loro, una umanità umile, legata alla terra e alle antiche tradizioni, assuefatta a una vita di miseria, sacrifici e secolari soperchierie sopportate con fatalistica rassegnazione e per questo spesso dura e inflessibile, ma anche capace di pietà e umana solidarietà .
Con il romanzo L'acquaiola, Carla Maria Russo fornisce una prova di grande maturità letteraria e regala ai lettori un personaggio grandioso, che merita un posto di rilievo nella storia della narrativa italiana e sta alla pari delle grandi protagoniste della letteratura del Novecento.