Gianfranco Raimondo ricorda quella volta che il presidente più amato dagli italiani disse al questore di Imperia: "Vada a lavorare!"
Sandro Pertini, settimo presidente della Repubblica Italiana. |
Dopo aver militato come partigiano nella Resistenza, fu Deputato dell'Assemblea Costituente, Senatore, Segretario del PSI e Presidente della Camera, ma è ricordato soprattutto per aver ricoperto la carica di Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985. Fu un compito che Pertini onorò con imparzialità e dedizione, al punto che ancora oggi i social network pullulano di alcune tra le sue frasi più famose, che denotano il rispetto che nutriva per la democrazia e per il popolo. Il presidente più amato dagli italiani capitava spesso a Ventimiglia, dove aveva amici e conoscenti che lo circondavano di affetto e ammirazione. Per conoscere meglio di che tempra era fatto questo grande personaggio della nostra storia, vi invito a leggere il ricordo che ne conserva Gianfranco Raimondo, ventimigliese DOC, che lo ha conosciuto personalmente.
PERTINI E VENTIMIGLIA
di Gianfranco Raimondo
di Gianfranco Raimondo
Credo che per Sandro Pertini Ventimiglia costituisse un po' una seconda patria, un luogo dove poteva estraniarsi dai pensieri della politica e trovare amici e conoscenti in tranquillità senza "bagni di folla" così amati dai politici d'oggi, perché anche i ventimigliesi consideravano U Sciandru uno di loro e lo accoglievano come un parente in visita... e poi a Ventimiglia c'erano i ravioli e la torta verde e sciure cine di Maddalena del Ristorante Nanni che erano introvabili in qualsiasi altra parte del mondo proprio come quelli che aveva gustato in gioventù a Stella e, seduto al tavolo di via Milite Ignoto, credo che oltre ai gusti assaporasse anche gli umori e gli odori della sua Liguria.
Caffè per tutti!
Di Pertini ho moltissimi ricordi poiché lavorando nell'ambito della stazione avevo occasione ogni volta di incontrarlo quando, in treno, arrivava con il suo fascio di giornali sottobraccio e la sua immancabile pipa e ci invitava tutti (ferrovieri, poliziotti, portabagagli) a prendere il caffè che offriva sempre volentieri.
Pertini aveva una certa insofferenza per l'apparato e non sopportava gli adulatori e ricordo un episodio simpatico. Nel corso di una delle sue visite si soffermò, come amava fare, a passeggiare nell'ambito della stazione con gli amici ventimigliesi, il capostazione Calcagno, Ilario Magnani, l'economo Lorenzi, ecc. quando si presentò a lui un ometto tutto affannato che con fare molto ossequioso gli porse la mano presentandosi. Era il questore di Imperia che non ebbe una grande attenzione da parte del presidente (allora della Camera) che continuava il suo discorso dopo aver ricambiato i saluti.....ed allora il questore insistette offrendo i suoi servigi "Presidente se ha bisogno di qualcosa" e reiterando più volte l'offerta.
Lei è il questore?
Pertini un po' indispettito allora apostrofò così il funzionario troppo zelante "Lei è il Questore? E nel suo ufficio non c'è proprio nulla da fare?" "Moltissimo" rispose il Questore. "E allora vada a lavorare" e lo piantò in asso lasciandolo di stucco e poi rivolgendosi agli amici in dialetto savonese "Ti vei stichi i sun i meiximi che sti ani i me sercava pe metime drente".
Questo era Sandro Pertini (ci sarebbero innumerevoli altri episodi da raccontare) e quindi sono grato a chi ha avuto l'idea di dedicargli un monumento e di promuovere un'associazione a suo nome, perché u l'eira ùn ventemigliusu iscì elu.
Gianfranco Raimondo
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Pubblicato da Enzo Iorio: