L’incontro del 17 febbraio a Ventimiglia tra studiosi ed esperti italiani e francesi. "Un artista che merita di essere recuperato dall’oblio".
Il volume di Luc Thévenon raccoglie l'intera opera pittorica di Francesco Brea. (© B. Palmero) |
“François Bréa. Un itinéraire dans les Alpes Maritimes/Francesco Brea. Itinerari pittorici nelle Alpi Marittime”, a cura di M. Luc Thévenon, e con l’intervento degli storici dell’arte Massimo Bartoletti, Alfonso Sista e Tiziana Zennaro.
Francesco Brea: “un pittore transfrontaliero” del Cinquecento.
Testo: Beatrice PalmeroFoto: Giuseppe Picchianti, Teresa Palmero
L’Associazione AssoLab Startam è riuscita nel suo intento: riunire l’attività culturale oltre frontiera con la presentazione a Ventimiglia di un artista misconosciuto nel panorama della pittura tardomedievale: Francesco Brea. L’incontro del 17 febbraio, presso la sala multimediale del chiostro di S. Agostino, aveva lo scopo di far conoscere questo artista del Cinquecento, che fa capo alla meglio nota scuola di Ludovico Brea, suo zio. Il dott. Luc Thévenon (Conservateur en chef du Patrimoine e già direttore del Musée d’Art et d’Histoire du Musée Masséna de Nice) ha presentato al folto pubblico di Ventimiglia, il suo studio su Francesco, un artista che merita di essere recuperato dall’oblio.
Luc Thévenon (© G. Picchianti) |
Con una ricchissima carrellata di immagini, tratte dal suo catalogo, M. Thévenon ha condotto il pubblico alla scoperta del pittore. La sua esposizione molto chiara e interessante ha messo in evidenza le qualità ritrattistiche, paesaggistiche e di colore proprie delle opere di Francesco.
Con il linguaggio internazionale della musica, Adriano Meggetto e Sergio Basilico hanno introdotto amabilmente il proficuo confronto tra gli esperti di storia dell’arte intervenuti: Tiziana Zennaro e Alfonso Sista.
Adriano Meggetto e Sergio Basilico (© G. Picchianti) |
M. Thévenon ha portato infatti l’attenzione su una tavola collocata nella cappella della famiglia dei Galleani in S. Agostino, che il Bres aveva attribuito alla bottega dei Brea.
La fattura e i tratti stilistici manieristi portavano a datare il dipinto nella seconda metà del Cinquecento e gli studi recenti di area genovese hanno potuto identificare l’autore nel pittore De Rossi. M. Thévenon ha quindi guidato un sopralluogo nella chiesa di S. Agostino per gli intervenuti, e ha fatto interessanti osservazioni sull’altare dei Galleani. Questo presenta una scomposizione di pannelli lignei (una Madonna con Bambino e il S. Agostino, racchiuso nell’ovale baroccheggiante), e il soggetto rinvia al clima controriformato della committenza.
Nell’ipotesi di M. Thévenon, il “S. Agostino, tra i S. Antonio Abate e S. Giovanni Battista”, dovrebbe sottolineare l’autorevolezza del vescovo nella lotta alle eresie: un volto “inquietante” fa capolino da dietro il suo ginocchio e sotto ai piedi sbuca il viso sopraffatto di un eretico.
Luc Thévenon (© T. Palmero) |
L’incontro transfrontaliero, incentrato sul catalogo del dott. Thévenon, edito dal Cercle Bréa di Nizza, ha portato in visita a Ventimiglia l’associazione francese, per conoscere appunto una città della committenza di Francesco. Il dott. Sista ha precisato che la bottega d’arte dei Brea nel Ponente ligure è al centro di un percorso di valorizzazione promosso dalla Soprintendenza genovese. Sono infatti in laboratorio di restauro due opere lignee provenienti da Rocchetta Nervina e da Vallebona.
La prof.ssa Zennaro, ha interrogato invece il relatore circa i tratti arcaici del pittore di età controriformata, che ha dovuto incontrare i gusti di una committenza sensibile alla tradizione devozionale. Per la devozione popolare della storica diocesi di Ventimiglia, Francesco Brea ha prodotto più di una quindicina di opere a lui attribuite. Nella nostra città si trova ad esempio la “Maestà tra S. Luigi d’Angiò e Clara d’Assisi”, conservata nella chiesa di S. Antonio Abate, in frazione S. Antonio.
Massimo Bartoletti, autore dello studio di restauro che ha condotto a questa attribuzione, è intervenuto infine per sottolineare i complessi snodi famigliari e di bottega della scuola ligure dei Brea.
Al centro di un convegno internazionale a Genova una decina di anni fa, la bottega dei Brea è protagonista di complessi rapporti tra committenti illustri e la clientela dei paesi delle Alpi marittime.
L’incontro si è concluso con l’auspicio che si proseguano le attività erudite di trascrizione notarile che consentirebbero di approfondire questi legami.
In attesa della conferenza. (© T. Palmero) |
Grazie a questo appuntamento abbiamo potuto apprezzare lo sconosciuto artista Francesco Brea, il cui stile è conforme a quell’“antirinascimento”, peculiarità dell’arte nelle Alpi marittime, come ha definito Fulvio Cervini in uno studio pubblicato su Intemelion.
Il pittore attivo tra Nizza, la Riviera di ponente e il basso Piemonte, si configura come un artista “tranfrontaliero” nel Cinquecento così come la sua “riabilitazione” di oggi. Questo tema della transfrontalierità è sempre al centro degli interessi dell’associazione fin dalla sua fondazione, a cui è legata anche la rivista Intemelion.
In chiusura la prof.ssa Zennaro, in qualità di vicepresidente dell’associazione, ha voluto ricordare l’impegno nella ricerca applicata ai luoghi, inaugurato con Giuseppe Palmero, che ha ricoperto da subito il ruolo di direttore scientifico del laboratorio di studi. Nata proprio come attività di ricerca e divulgazione in storia e arte delle Alpi Marittime, STARTAM quest’anno ha in programma una serie di incontri, riconosciuti nell’ambito dell’anno dell’“Heritage. Patrimonio Europeo 2018”.
Per gli interessati è possibile partecipare e sostenere le attività con una quota annuale di tesseramento (20€), in cui è compreso il nuovo numero di Intemelion, oltre a una pubblicazione a scelta tra quelle della rivista.
Beatrice Palmero
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Pubblicato da Enzo Iorio:
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