Le opere del fondatore dell'omonima accademia bordigotta esposte nella galleria diretta da Claudia Roggero |
Marco Balbo, musicista, curatore della mostra dedicata al prozio |
Ecco alcune righe introduttive a cura di Marco Balbo:
"Giuseppe Balbo, pur essendo naturalmente portato alla ricerca di nuove forme espressive, nei primi anni 70 ha una svolta creativa realizzando una serie di opere in cui l'influenza della pop art è evidente nelle forme, semplici, nette, ma con una coniugazione estetica assolutamente personale, il segno puro assume un'importanza che travalica il contenuto. Sembrano opere fatte di getto, ma, come sempre, nascono da schizzi sui suoi taccuini “sempre in tasca” e da una grande attenzione al tipo di carta, di colori e di solventi usati: acquerelli spesso stesi con bianco d'uovo o graffiti di steatite, oppure colori ad olio su carte particolari. Tutto questo non certo per virtuosismo, ma con l'urgenza di ricercare un segno nuovo, quasi primitivo, che traduca la spinta innovativa di quegli anni. Nella scelta delle opere ho preferito concentrare l'attenzione su quelle più immediate, meno articolate, molte mai esposte finora, e soprattutto mai insieme.”
www.giuseppebalbo.it
www.archiviobalbo.com
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